Abbiamo di recente affrontato una delicata questione riguardante la mancata diagnosi, in epoca prenatale, di una malformazione fetale. La fattispecie sottoposta alla nostra attenzione non presentava gli elementi per consentire l'aborto terapeutico, nondimeno la malformazione invalidante è stata scoperta solo dopo la nascita del bambino. I genitori hanno diritto al risarcimento?
La risposta è tutt'altro che semplice, tuttavia è positiva.
Per far avere un degno risarcimento ai genitori abbiamo dovuto impostare il tutto nell'alveo della violazione del diritto all’informazione, che nel caso di specie ha assunto una autonoma connotazione, che prescinde ed è differente dal danno alla salute.
La più recente Giurisprudenza di legittimità, giunta a maturazione dopo una attenta elaborazione, è ormai unanime nel riconoscere autonoma rilevanza al diritto all’informazione dei coniugi, in virtù di una lettura costituzionalmente orientata dell’art.2059 Cod. Civ.
La violazione del diritto all’informazione, costituzionalmente garantito per riflesso del diritto alla salute ed all’autodeterminazione, causato dagli errori diagnostici commessi nel caso di specie, non è danno in re ipsa, ma ha comportato l’impossibilità dei genitori a prepararsi psicologicamente ed economicamente alla nascita di un figlio malformato, posto che i coniugi/attori si sono trovati del tutto impreparati ad affrontare, sia psicologicamente, sia economicamente, la nascita di un neonato malformato, del tutto privati del loro legittimo diritto all’informazione
La risarcibilità del pregiudizio è ben presente anche nella giurisprudenza di merito, ad esempio la Corte di Appello di Brescia con sentenza del 2014,
Tuttavia, sulla base dei principi sopra esposti ed operando una accurata ricostruzione del postparto, ed infine contestualizzando adeguatamente le sofferenze sopportate dai genitori, è stato possibile ottenere un risarcimento in favore dei genitori, ed in danno dei sanitari che hanno, colposamente, omesso la diagnosi.
Avv. Anna Paesano